Il lutto: accogliere ed elaborare la perdita

Il termine “lutto” indica un insieme di reazioni emotive alla morte di una persona cara.

Si tratta di un processo comune a tutti gli esseri umani tanto che, pur avendone un senso soggettivo doloroso, viene solitamente vissuto come un’esperienza molto triste ma anche fisiologica.
Ognuno di noi è naturalmente portato a instaurare intense relazioni affettive con le persone di riferimento. L’interruzione di una relazione di questo tipo provoca una serie di risposte intense ma prevedibili e finalizzate al recupero del legame spezzato.

J. Bowlby, uno degli studiosi più autorevoli riguardo ai processi di attaccamento e di separazione, identifica un cammino suddiviso in quattro fasi che l’individuo percorre per giungere a ridefinire la relazione con il caro defunto e a potersi legare emotivamente ancora ad altre persone.

Le fasi identificate sono la fase di protesta (in cui sembra difficile rendersi conto della perdita e si presentano emozioni a volte discrepanti), la fase di nostalgia (in cui in assenza del defunto il mondo pare non avere più alcun significato); la fase di disperazione (in cui i ricordi possono diventare intrusivi e la persona si può sentire irrequieta e demotivata) e la fase di rielaborazione, in cui si riescono a rivedere le proprie convinzioni sul mondo, a sviluppare un nuovo rapporto con il defunto sul piano di realtà e a formarsi una identità che non si disperda in quella più antica.

L’elaborazione del lutto appare pertanto come un processo graduale e complesso attraverso il quale chi resta in vita progredisce al fine di ricercare un nuovo equilibrio personale e con l’esistenza.

Quando una persona si sente bloccata in un dolore o una sofferenza luttuosa troppo grande da gestire, e la mancanza del defunto genera uno stato mentale in cui c'è poco spazio per il presente e per la vita quotidiana, è possibile trovare conforto e aiuto presso un professionista psicologo specializzato, che saprà accogliere il dolore e accompagnare la persona nell'alleggerire la propria quotidianità, mantenendo il legame importante del ricordo.

Dott. Luisa Morassi
www.studiomorassi.altervista.org